Si tratta ancora, ma il tempo sta scadendo
Fumata grigia, del grigio però, come ci insegna la letteratura e la cinematografia recente, esistono molte sfumature. Quella della trattativa fra Britaly Post e Magico Srl, tende percolosamente al nero.
In gergo Papale é questo il sunto dell'incontro protrattosi tutta la notte fra Fabio Petroni e Giuseppe Corrado. I romani non si schiodano dalle loro posizioni: 1.500.000 di euro vogliono e lo vogliono subito. Corrado non ci sta e minaccia di far saltare il banco e anche qualche poltrona, in primis quella del presidente di Lega B Andrea Abodi, che suda freddo e prova a mediare, tanto da aver messo in piedi un nuovo incontro, forse giá nella serata odierna.
La richiesta dei romani é chiaramente assurda e fuori mercato. É certamente vero che 12 mesi or son il loro investimento é stato pari a quella cifra, ma é altrettanto insindacabile che in tutto questo tempo, con una gestione scriteriata fatta da uomini (con la u minuscola) lontani anni luce da qualsiasi capacitá manageriale e calcistica, hanno distrutto il capitale della societá, oltre che infangato il buon nome di Pisa nell'Italia pallonara. Basti pensare alla vicenda stadio, non ancora a norma, ai diritti pubblicitari ceduti per un piatto di lenticchie, al settore giovanile ridotto a livelli imbarazzanti e che sopravvive solo grazie al sostegno delle famiglie dei ragazzi.
In qualsiasi settore imprenditoriale, se la gestione del mio patrimonio é penosa come lo é quella del Pisa, nessuna persona di buon senso può pretendere di rientrare nell'investimento iniziale.
La vicenda Pisa fin dall'estate scorsa é stata presa ad esempio. Esempio di amore da parte di tifosi, allenatore, giocatori. La percezione adesso é che la proprietà abbia scelto di praticare sempre e comunque delle strade che portino la dove le tre componenti sopra citate non vogliono andare, per la banda Petroni é ormai una questione di principio: vogliono fare uno sgarbo a questa piazza e se la soluzione finale sará tirare giú la saracinesca non si faranno scrupoli. Nessuno di loro é Pisano e nessuno di loro, al di la di frasi di circostanza storpiate da accenti al limite del ridicolo, tifa per il Pisa, allora che muoia Sansone con tutti i Filistei.
Tutto questo rende sempre più urgente una riforma vera del calcio, che metta al centro coloro che amano i club e che ci saranno sempre al di lá dei proprietari: i tifosi. Quei tifosi per anni visti come il cancro del calcio, tanto da svuotare gli stadi con norme assurde e "ad personam" (a proposito. Mi piacerebbe vedere il certificato di agibilitá della tribuna di Vercelli, specialmente il paragrafo sulla tribuna stampa e sull'antisismica), salvo poi leggere il numero di questa settimana de L'Espresso dove con l'inchiesta Football Leaks si scopre che fra agenti, calciatori, allenatori e presidenti il più pulto c'ha la rogna. Dalla stessa inchiesta emergono i paradisi fiscali, fra cui anche Jersey e Malta, due nomi che noi avevamo giá fatto a suo tempo (leggi qui), due localitá dove risiedono le societá ricondocibili ai Petroni, fra cui il Pisa.
Pisa per il quale il tempo é scaduto. Da oggi fino al 9 dicembre si giocherá il recupero, se nulla accade sará nel giusto diritto di Pisa e dei pisani decidere se la squadra che porta il loro nome deve scendere il campo oppure no. In quest'ultimo caso, per le responsabilitá, citofonare Petroni.